Dress code

Ho sempre odiato il dress code in ufficio!

Mobbing

Volevo rappresentare qualcosa che in passato mi è successo: subire il mobbing sul lavoro.

La sensazione è quella dell’esasperazione, stretta in quei vestiti “da ufficio” che stanno allo stesso tempo troppo larghi, attorniata da questa viscida ed evanescente (quindi non palese) spirale soffocante dalla quale si cerca in tutti i modi di fuggire, col rischio di avvilupparsi su se stessi e di sfibrarsi nello sforzo.

Ho rappresentato il soggetto solo leggermente decentrato, rendendo tutta l’illustrazione sbilanciata verso destra, per rappresentare quanto fossi fuori posto in quell’ambiente cupo, oltre a dare quel grande senso di fastidio che solo una composizione “sbagliata” provoca. Inoltre, tendere il capo verso il confine del disegno rappresenta tutta la tensione nel voler uscire da quella situazione.

Fu un periodo lungo, tortuoso, faticosissimo ma fortunatamente finito. E che mi ha insegnato tanto.

Dormire al tempo di Internet

24 ore su 24, 7 giorni su 7. Questo è il mantra del nuovo millennio. Lo spiega magistralmente Jonathan Crary nel suo libro “24/7 – Il capitalismo all’assalto del sonno”. Qui cerco di esporre i concetti che più mi hanno colpito, sperando di favorire in voi la lettura di questo testo che, per me, è fondamentale.

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Ehi Siri, ricordami che devo morire

Chatbot e assistenti vocali possono prevenire situazioni di emergenza come, ad esempio, il suicidio?

Purtroppo no, non ancora. Ecco il motivo per cui queste tecnologie sono insufficienti nel prevenire il suicidio (e come dovrebbe essere la “tecnologia di prevenzione ideale”).

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Photo by Tyler Lastovich on Unsplash

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Dipendenza da videogiochi? Non esiste (ma l’OMS ha fatto bene a classificarla)

La Dipendenza dai Videogiochi è la nuova psicopatologia classificata dall’OMS nell’ICD-11. Ecco in cosa consiste, quali controversie ha evocato da parte di aziende e comunità scientifica e cosa ne penso io al riguardo.

A mio parere, il Gaming Disorder non esiste. Ma è bene classificarlo per poter mantenere sotto osservazione i fenomeni che le nuove tecnologie stanno creando. Primo fra tutti: l’assenza di percezione definita del tempo, che risucchia i giocatori rendendo il distacco dal gioco difficile e, nei casi più gravi, doloroso.

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Photo by Glenn Carstens-Peters on Unsplash

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Il multitasking non esiste

Durante questi anni di cambiamenti radicali nel mondo del lavoro, una delle soft skill più richieste è quella relativa al multitasking, ovvero – in teoria – la capacità di svolgere più azioni contemporaneamente.

Ma, da psicologa, non posso fare a meno di specificare che, in realtà, il multitasking “puro” non esiste: è meglio parlare di Task Switching, cioè della capacità di spostare velocemente la propria attenzione da un compito all’altro in maniera efficace.

Multitasking (2)
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Psicologo: una professione in crisi?

Come tutte le professioni, anche la Psicologia sta affrontando il suo periodo di crisi. Ciò è stato anche dimostrato dalla presenza di professionisti non psicologi (quali counsellor, mental coach, ecc.) che si sono infilati in quei gap lasciati vuoti dalla Psicologia tradizionale. È per questo che ritengo importante aggiornarsi continuamente, non solo sulle ultime teorie psicologiche, ma anche sulle scoperte scientifiche delle altre discipline. In particolare, ciò che proprio non può più mancare – ma che purtroppo, come vedremo, è molto carente – è la conoscenza tecnologica.

Ecco perché, come psicologi, dovremmo studiare approfonditamente la tecnologia, come possiamo servirci di queste conoscenze e dove possiamo reperire queste informazioni. 

Psicologo in crisi
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Come combattere i pregiudizi con i Social Network

I social network sono i luoghi ideali per combattere, o meglio, far dissolvere i pregiudizi. Basta un’iniziativa spontanea, magari a suon di hashtag, per portare un gran numero di persone a toccare con mano la diversità altrui, fino ad accettarla empaticamente. Almeno, questa è la mia riflessione a partire da cases studies, letti sulla base delle teorie di Psicologia Sociale.

pregiudizi
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Social Network e dipendenza: culla e rifugio delle nostre paure

Che cos’è la dipendenza da social network e come la si può superare? Ecco una riflessione psicologica che parte dalle metafore di culla piacevole e rifugio dai problemi reali, fino ad arrivare alla soluzione finale: un lungo e complesso lavoro di ricostruzione di se stessi.

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