La mia prima scultura!

Devo ringraziare tantissimo il mio insegnante di scultura della Scuola Comics, Mauro Pietro Gandini, per avermi fatto scoprire e appassionare al mondo della scultura. Ho adorato tirare fuori dall’argilla il mio piccolo punk!

Il Neuromante – Illustrazione a china

Illustrazioni per il libro “Supertoys che durano tutta l’estate” di Brian Aldiss

Come elaborato finale, l’insegnante di Storytelling della Scuola Comics ci ha chiesto di illustrare il libro “Supertoys che durano tutta l’estate” di Brian Aldiss, creando sei piccole illustrazioni come incipit ad ogni capitolo con l’aggiunta di un’ulteriore illustrazione a tutta pagina.

La storia narra di questa famiglia che adotta un bambino-robot in una società distopica dove, a causa del sovraffollamento, i bambini vengono sostituiti dagli androidi.

La cosa fondamentale era trovare un tema ricorrente che ritornasse in tutti i disegni, e io ho scelto di rappresentare le “foto di famiglia” che potessero essere appese dentro la casa futuristica di questa famiglia, illustrando a tutta pagina una delle stanze della casa: quella del bambino-robot.

Il bambino androide richiama alla memoria il famoso Astro Boy di Osamu Tezuka, ed è per questo che nella sua cameretta si trova un grande robottone Pluto che porta sotto la suola la firma di Tezuka.

La cameretta è adornata da vari quadri (due ripresi anche negli incipit ai capitoli), tra cui due quadri futuristi che riportano nel tastierino numerico il nome di ciascun artista (per la precisione si tratta di Carrà e Morandi), come se i proprietari potessero scegliere di riprodurre su una specie di quadro-schermo una qualsiasi opera d’arte. La scelta di inserire dei quadri futuristi sta proprio nell’ambientazione retrò e al contempo futurista della storia.

Sul letto, invece, si trova uno dei personaggi chiave della storia l’orsacchiotto-robot amico del bambino e presente anche nella foto alla parete, come se si fosse fatto proprio un selfie.

Teletrasporto: oggi non è più fantascienza

Portandosi due dita alla fronte e percependo l’aura di un essere vivente a lui noto, era in grado di teletrasportarsi in qualsiasi luogo volesse. Il teletrasporto a cui ci ha abituati Goku della fortunata serie manga Dragon Ball, tuttavia, non è ancora replicabile nella realtà. Oggi al massimo riusciamo a teletrasportare virus e batteri. Ma non è detto che un domani non saremo in grado di teletrasportare esseri viventi più complessi.

Oggi un articolo che non è prettamente psicologico ma che ha un’inestimabile valore per il genere umano. Ecco quali sono e saranno gli utilizzi del Teletrasporto Biologico.

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Trapianto di testa: welcome to HEAVEN

Nel mondo medico-scientifico si è da poco acceso un forte dibattito riguardo un progetto controverso: effettuare un trapianto della testa viva sul corpo di un cadavere. Ideato dal dottor Sergio Canavero del Gruppo di Neuromodulazione Avanzata di Torino, il progetto ha da poco trovato un volontario: un informatico trentenne di nome Valery Spiridonov, affetto da atrofia muscolare. Il dibattito sul progetto HEAVEN (Head Anastomosis Venture, ovvero l’Impresa dell’Anostomosi – unione chirurgica di due parti del corpo – della Testa), oltre a ricevere critiche sul versante medico, presenta criticità anche a livello etico e, seppur poco citate, psicologico. Per colmare questa lacuna, uscirò un attimo dal tema della cibernetica (ma ci rientrerò subito, non temete!) e presenterò una visione psicologica di un’operazione chirurgica così invasiva.

trapianto di testa

Dr Sergio Canevaro spiega il procedimento della sua operazione sostituendo il collo umano con una banana e il midollo osseo con degli spaghetti.

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